09/12/16

Area C e misure anti smog: usura freni e gomme inquinano più delle emissioni

A fine anno scadranno le deroghe per l’ingresso in Area C di alcuni tipi di veicoli finora esentati: a partire da Febbraio 2017 anche i veicoli a Gpl e a Metano dovranno pagare il ticket.
Alle critiche ricevute da alcune associazioni di categoria, e di consumatori il Comune ha risposto «La nostra è una guerra al traffico prima che allo smog e ormai le vetture a gpl e metano inquinano tanto quanto i benzina Euro 6».
A dar ragione a Palazzo Marino sono le recenti ricerche scientifiche svolte congiuntamente da Arpa Lombardia e dal Politecnico di Milano che evidenziano come le emissioni complessive di polveri sottili si sono livellate a 26-27 milligrammi a chilometro di Pm10 (e 14-15 di Pm2,5), grazie allo sviluppo tecnologico dei nuovi motori diesel e benzina ma anche perché provocate in gran parte dall’usura di freni e gomme. 
Stefano Cernuschi, professore di Ingegneria Ambientale al Politecnico spiega che “La percezione comune tende a identificare i veicoli a gas come vetture ecologiche che inquinano meno delle altre vetture. Ma se osserviamo i dati, le emissioni ormai sono quasi identiche. I veicoli a gas restano più ecologici sul fronte delle emissioni di CO2 e rispetto ai fenomeni di cambiamento climatico, ma sull'inquinamento da traffico non ci sono praticamente più differenze”. 


Arpa Lombardia osserva il miglioramento della qualità dell’aria registrato da 15 anni a questa parte nella nostra regione, frutto del concorso di tutte le azioni e provvedimenti adottati dalle amministrazioni e dell’ammodernamento di mezzi e tecnologie di veicoli e caldaie. Se fino qualche anno fa vivevamo quasi 6 mesi in condizioni di superamento dei 35 giorni concessi dalla normativa europea, questo dato sta decisamente migliorando, tant’è vero che è la prima volta che entriamo nella fase più critica dell’anno, quella che coincide con l’accensione dei riscaldamenti (15 ottobre-15 aprile), senza ancora aver superato il 35° giorno. La tecnologia e la scienza ci fanno fare passi avanti, ma l’evoluzione sarà quella di “ammodernare” il dibattito focalizzando l’attenzione sul contributo dell’usura di pneumatici e freni nella produzione delle polveri sottili: se, infatti, il tubo di scappamento di tutti gli autoveicoli circolanti incide per il 43%, essa influisce per il 57%.

Le pastiglie dei freni sono composte da polvere di Rame e dal tossico Antimonio, e proprio questi metalli sono i maggiori imputati delle polveri sottili tanto che gli stati americani della California e di Washington hanno già legiferato approvando misure per ridurre ed infine eliminare il rame nei materiali d’attrito (entro il 2021 il contenuto di rame sarà < 5%, ed entro il 2025 sarà <0,5%), mentre l’Unione europea sta finanziando diversi progetti innovativi per sostituire le resine fenoliche delle pastiglie dei freni con materiali a base cementizia. Tutti i principali produttori del settore hanno già immesso sul mercato pastiglie ecologiche prive di rame.

Una buona notizia se si pensa che fino ai primi anni 80, le pastiglie dei freni erano composte essenzialmente di asbesto, ovvero amianto, e anche a quei tempi la messa al bando fu fortemente osteggiata dai potenti produttori.

Lino Mariani

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10/04/16

Le trivellazioni fracking provocano i terremoti

"La crosta terrestre è pervasivamente fratturata in profondità da faglie. Queste faglie possono sostenere elevate sollecitazioni senza scivolare perché il naturale stress "tettonico" e il peso della roccia sovrastante spinge i blocchi di faglie opposte insieme, aumentando la resistenza di attrito allo scorrimento. Le acque reflue iniettate neutralizzano le forze di attrito sulle faglie facilitando così slittamenti e conseguenti terremoti."
Questo è quanto affermato dalla United States Geological Survey (USGS) l'agenzia scientifica governativa americana di indagini geologiche più accreditata al mondo.

Recentemente la stessa agenzia ha pubblicato un report scientifico in cui si evidenzia che la parte
centrale degli Stati Uniti ha subito il più drammatico aumento della sismicità nel corso degli ultimi sei anni. Dal 1973 al 2008, c'è stata una media di 24 terremoti di magnitudo 3.0 e più all'anno. Dal 2009 al 2015, il tasso in costante aumento, in media 318 all'anno e un picco nel 2015 con 1.010 terremoti. Fino a metà marzo 2016, ci sono stati 226 terremoti di magnitudo 3.0 e più grandi nella regione centrale statunitense. Fino ad oggi, il più grande terremoto indotto localizzato è avvenuto vicino a diversi pozzi di iniezione attivi ad una magnitudo 5,6 nel 2011 vicino a Prague, Oklahoma.

E' importante rilevare che gli scienziati dell'USGS studiano e distinguono tra sismicità indotta dall'uomo e naturale, mentre in Europa gli scienziati classificano tutti i terremoti come naturali. 


In vista del referendum del 17 aprile 2016, le analisi scientifiche dei geologi più autorevoli al mondo, e l'impatto ambientale derivato dalle attività estrattive, come ben documentato dallo studio Trivelle Fuorilegge effettuato da Greenpeace, possono aiutare a prendere decisioni più consapevoli recandoci alle urne.

Votare SI per abrogare l'articolo di legge che consente lo sfruttamento eterno dei giacimenti di idrocarburi, è anche lo scopo dei Verdi che con esaustive risposte politiche e sociali, espongono le loro valide motivazioni qui.


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23/12/15

COP21: Accordo storico per salvare il mondo?

La XXI Conferenza delle Parti (COP 21) della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC) si è tenuta a Parigi, dal 30 novembre al 12 dicembre del 2015.
La conferenza si è conclusa con l'accordo di Parigi approvato da ben 196 nazioni, un’intesa sul graduale contenimento dei gas serra con cui è stata previsto il contenimento del riscaldamento globale a meno di 2 gradi Celsius (° C), ed in prospettiva futura a 1,5° C, tra il 2030 ed il 2050. L'accordo prevede inoltre un impatto antropico netto pari a zero emissioni di gas serra, da raggiungere durante la seconda metà del 21° secolo.  
L'accordo diventerà giuridicamente vincolante, se 55 paesi che insieme rappresentano almeno il 55 per cento delle emissioni globali di gas serra, approveranno il patto . Le parti dovranno firmare l'accordo a New York tra il 22 aprile 2016 al 21 aprile 2017, e anche adottarlo all'interno dei propri sistemi giuridici (attraverso la ratifica, accettazione, approvazione o adesione).


Nonostante le dichiarazioni entusiastiche di molti capi di governo, il patto adottato risulta essere insufficiente da quanto sperato da molte associazioni ambientaliste, Ong, scienziati ed anche economisti, pur essendo stato riconosciuto da tutti l’evento, come un accordo storico per l’obiettivo ambizioso e per l’individuazione delle conseguenze dei drammatici cambiamenti climatici derivati dal riscaldamento globale; infatti la conferenza di Parigi ha espresso per la prima volta nella storia, un’intesa tra 196 paesi responsabili collettivamente di oltre il 90% delle emissioni di gas serra e considerando che il famoso protocollo di Kyoto (COP3), fu firmato da pochi paesi rappresentanti appena il 12% delle emissioni nocive, appare evidente l’importanza storica del momento di svolta politica internazionale.

 “Questo accordo mette l’industria dei carburanti fossili dal lato sbagliato della storia. Molto in questo testo è stato diluito ed epurato dalle persone che saccheggiano il nostro pianeta, ma contiene il nuovo imperativo di limitare l’aumento della temperatura a 1,5°C”, ha dichiarato Kumi Naidoo, direttore esecutivo di Greenpeace.
Lino Mariani

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17/12/15

Fucilare i ciclisti che non vanno sulle piste ciclabili



"Fucilare i ciclisti che non vanno sulle piste ciclabili
e quelli che sono con le luci spente di sera, fucilarli
una bicicletta da corsa non può andare in strada"
e amenità varie...
Claudio Cicero - Consigliere Comunale Lista Civica Cicero - Vicenza

01/12/15

Human: il discorso di José "Pepe" Mujica contro il consumismo

«Abbiamo inventato una montagna di consumi superflui. E li buttiamo, e viviamo comprando e buttando. E quello che stiamo sprecando è tempo di vita perché quando io compro qualcosa o lo fai tu non la compri con il denaro, la compri con il tempo di vita che hai dovuto utilizzare per guadagnare quel denaro. Ma con questa differenza: l’unica cosa che non si può comprare è la vita. La vita si consuma. Ed è da miserabili consumare la vita per perdere la libertà».




If time is money, can money buy you time? #WhatMakesUsHUMAN
Posted by HUMAN on Mercoledì 16 settembre 2015

28/11/15

Crimini ambientali, un pericolo per la sicurezza internazionale

L’attività specialistica e quotidiana svolta sul territorio milanese dal personale di Polizia Locale di Milano del S.I.O. (Servizio Informativo Operativo) Ambiente, ed in particolare le informazioni riguardanti le operazioni di rilievo attinenti le illegalità RAEE (Rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche), hanno apportato un prezioso e qualificato contributo al progetto di un nuovo programma nell’ambito del contrasto ai reati ambientali avviato dall’UNICRI, l’Istituto Internazionale delle Nazioni Unite per la Ricerca sul Crimine e la Giustizia. 

Tale progetto denominato CWIT (Contrasto al commercio illegale di rifiuti RAEE), coordinato dall’Interpol e finanziato dalla Commissione Europea, attraverso la raccolta di dati ed informazioni è finalizzato ad analizzare il coinvolgimento della criminalità organizzata nella distribuzione globale dei RAEE, l’entità  e le tipologie di crimini connessi, la stima del vero volume dei RAEE prodotti e gli importi impropriamente smaltiti, con l’intento di sviluppare una maggiore ed adeguata conoscenza delle destinazioni e degli itinerari utilizzati per trasportare illegalmente rifiuti.
L’ UNICRI considera la criminalità ambientale, compreso i suoi legami con altre forme di criminalità, un pericolo grave e crescente per lo sviluppo, la stabilità globale e la sicurezza internazionale.

I reati ambientali comprendono una vasta lista di attività illecite, dal commercio illecito di rifiuti pericolosi al commercio illegale di fauna selvatica, dal contrabbando di sostanze dannose per l'ozono (ODS), alla pesca illegale, non regolamentata e non dichiarata, e al disboscamento illegale e il commercio di legname. I crimini ambientali influenzano sempre di più la qualità dell'aria, dell'acqua e del suolo, minacciando la sopravvivenza delle specie e causando disastri incontrollabili.
Il coinvolgimento di gruppi criminali organizzati che operano attraverso le frontiere è uno dei tanti fattori che hanno favorito la notevole espansione dei reati ambientali negli ultimi anni. Grazie ai vasti profitti finanziari, il basso rischio di essere scoperti e le scarse percentuali di condanna, le reti criminali e gruppi criminali organizzati stanno diventando sempre più interessati a tali attività transnazionali illegali.
Questi fenomeni alimentano la corruzione e il riciclaggio di denaro sporco, e minano lo stato di diritto, che in ultima analisi colpisce il pubblico due volte: prima mettendo a rischio la salute e la sicurezza dei cittadini, e in secondo luogo, deviando risorse economiche ed umane che altrimenti sarebbero assegnate a servizi diversi dalla criminalità.
Occorre inoltre considerare che il livello di organizzazione necessaria per questi crimini indica un collegamento con altri reati gravi, compreso il furto, la frode, la corruzione, la droga e la tratta di esseri umani, la contraffazione, le armi da fuoco il contrabbando e riciclaggio di denaro, molti dei quali sono stati comprovati da indagini. I reati ambientali rappresentano quindi oggi, una forma emergente della criminalità organizzata transnazionale che richiede più approfondita analisi e risposte meglio coordinate a livello nazionale e internazionale.

La Polizia Locale di Milano ed in particolare il personale in forza al S.I.O. Ambiente, hanno collaborato attivamente al progetto CWIT, producendo una dettagliata relazione confluita nel “Final summary report”, presentato ufficialmente alla conferenza finale svoltasi a Lione il 25/26 giugno scorso dal Direttore Generale della Commissione Europea Ambiente. 

La partecipazione al progetto CWIT 2015 dell’Unità Tutela Ambiente della Polizia Locale di Milano, ha consentito di far conoscere e apprezzare anche a livello internazionale le specifiche competenze e l’alta professionalità di tutti gli operatori sul fronte della lotta ai fenomeni criminali ambientali. Nel corso del 2013/2014 l’Unità Tutela Ambiente, solo relativamente ai rifiuti RAEE (Rifiuti Apparecchiature Elettriche Elettroniche), ha controllato 57 località del territorio milanese interessate al fenomeno, 81 le verifiche e 20 gli ausili tecnici, per un volume di 1600 mc di RAEE, oltre a 30 tonnellate di accumulatori al piombo esausti. Le indagini conseguenti hanno portato alla denuncia all’Autorità giudiziaria di 12 persone.

Lino Mariani

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13/11/15

EXPO MILANO 2015 – Taste the Planet – Camote o Patata dolce

Ipomoea batatas chiamata comunemente Patata dolce, americana (Sweet Potato) o Camote, è una pianta dicotiledone appartenente alla famiglia delle Convolvulaceae, la cui parte commestibile non è un tubero ma la sua radice tuberosa . Originaria delle regioni tropicali dell'America  è solo lontanamente legata alla patata ( Solanum tuberosum ), e si distingue per la particolare dolcezza della sua polpa ed i suoi principi nutritivi tanto che viene riconosciuta come  alimento necessario per la lotta contro la malnutrizione grazie alle sue caratteristiche nutrizionali, la facilità di coltivazione e la produttività; in particolare viene coltivata in Africa per il suo elevato contenuto di Vitamina A, dove si stima, ci siano oltre 3 milioni di bambini affetti da malattie provocate dalla carenza di questa indispensabile vitamina.
Le varietà di patate dolci a polpa chiara sono meno dolci e succulente rispetto alla viola od arancione, propriamente chiamata Camote e tipica della cucina Filippina e nordamericana. Oltre ad essere ricche di Vitamina A (beta-carotene), contengono carboidrati complessi, fibre alimentari ed altri micronutrienti tra cui vitamine B5, B6, tiamina, niacina, riboflavina, e minerali essenziali quali potassio, manganese, ferro e calcio. Inoltre sono naturalmente prive di grassi e colesterolo, basso contenuto di sodio e hanno meno calorie rispetto alle classiche patate. 

                                                                                                       Dato il loro nome, le patate dolci 
sono per natura ricche di zuccheri, ma questi zuccheri hanno un basso indice glicemico ovvero rilasciano lentamente lo zucchero nel sangue abbassando la resistenza all’insulina, e a differenza di altri alimenti ricchi di amido,  che elevano rapidamente la glicemia nel sangue, questo positivo rilascio graduale di zucchero consente di ottenere una quantità costante di energia, verificata anche nelle persone con diabete di tipo 2 . 
In cucina di questo super-alimento si usano anche le foglie e i germogli ma le radici tuberose sono di gran lunga il prodotto più importante ed in alcune zone tropicali, sono un alimento base.  E’ necessario sbucciarle prima di mangiare dato che a volte la pelle è trattata con tinture o cera, e per evitare l’ossidazione si procede a cottura immediata: con la bollitura per preparare degli originali purè e mantenere quasi intatto il contenuto di beta-carotene, oppure con la classica frittura per ottenere delle sfiziose patatine. Sono ottime al forno ma per ottenere il massimo risultato dal punto di vista nutrizionale si consiglia la cottura al vapore, condite a crudo con olio rigorosamente extravergine, ed Italiano ovviamente, e aromi o spezie a piacere.
Usata in tutto il mondo come contorno per piatti a base di pesce o carne, la patata dolce è anche un classico street-food invernale del medio oriente,  della Cina e delle Filippine dove rimane un classico come alimento principale di  stufati e zuppe.  In Nord America per la sua naturale dolcezza, la patata dolce candita è la protagonista indiscussa come dessert nel Giorno del Ringraziamento, o nei classici barbecue, mentre in Spagna ed in Sud America è alla base di torte e dolci caratteristici. Da provare assolutamente anche se introvabile (tranne a New York), è il Gelato alla Patata dolce.

Lino Mariani

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