Navicula sp. Photo by greenmarlin
BACILLARIOPHYCEAE
Le Bacillarioficee più comunemente chiamate Diatomee sono organismi unicellulari, a volte riuniti in colonie, con la particolarità di possedere pareti in silice (frustolo) che le rende dure e resistenti. La membrana ha una struttura molto caratteristica: avvolge il protoplasto come una scatola in due parti: un coperchio, o epiteca, e un fondo, o ipoteca.
In base alla morfologia del frustolo distinguiamo due gruppi principali:
- CENTRALES: con forma tondeggiante a simmetria raggiata (prevalentemente marine)
- PENNALES: con forma allungata a simmetria bilaterale (prevalentemente lacustri)
Ogni teca che forma il frustolo è composta da un guscio o valva (il piano) e da una cintura commensurale o pleura (orlo laterale); grazie a questa particolare struttura ogni diatomea presenta due facce completamente differenti: la faccia valvare e quella commensurale, quest’ultima priva di struttura.
Le Diatomee si riproducono vegetativamente per scissione, divisione diretta. In ogni diatomea le due teche del frustolo si staccano portandosi via ciascuna parte della massa protoplasmatica. Ciascuna delle due parti va a costituire il coperchio di due nuovi frustoli. Ad ogni divisione si ha la formazione di cellule figlie di cui una raggiungerà le dimensioni della madre, l’altra sarà più piccola. Si verifica così che di generazione in generazione le dimensioni medie della popolazione diminuiranno fino a raggiungere un limite al di sotto del quale la cellula più piccola non è più vitale. A questo punto interviene la riproduzione sessuale con la formazione di auxospore: si ha la formazione di uno o due gameti che due individui si scambiano. Si forma così uno zigote che perde i gusci, si accresce originando una auxospora, e raggiunge le dimensioni della specie; dopodiché viene ricostruito il frustolo e il ciclo riprende.
Tra i generi più noti ricordiamo: Cyclotella, Aulacoseria, Tabellaria, Fragilaria, Melosira,…
Lino Mariani
Questo opera è distribuito con licenza Creative Commons Attribuzione - Non opere derivate 3.0 Unported.
20/04/11
11/04/11
Bioetanolo prodotto da avanzi di caffè.
Richard Sparling e David Levin, Microbiologi dell'Università di Manitoba, sostengono di aver trovato un metodo per produrre bioetanolo dagli avanzi di caffè, tramite il processo trofico di determinati batteri; 1,3 litri di bioetanolo da circa 100 tazze di caffè "Tim Hortons" buttate come rifiuti!
Il bioetanolo (o alcol etilico), viene prodotto dalla fermentazione degli zuccheri come la canna da zucchero o dal frumento, ed in alcuni paesi come la Svezia ed il Brasile viene usato come combustibile per la trazione di veicoli.
In Brasile dal 2005, i veicoli dotati dall'italianissimo motore flex ideato dalla Magneti Marelli del gruppo Fiat, hanno superato come numero di veicoli venduti le tradizionali auto a benzina grazie al risparmio garantito dall'alcool.
Con questa nuova scoperta produrre bioetanolo sarà più semplice e conveniente, tale da prospettare una valida alternativa al consumo sempre più costoso ed inquinante del classico petrolio.
A.L. Mariani
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Il bioetanolo (o alcol etilico), viene prodotto dalla fermentazione degli zuccheri come la canna da zucchero o dal frumento, ed in alcuni paesi come la Svezia ed il Brasile viene usato come combustibile per la trazione di veicoli.
In Brasile dal 2005, i veicoli dotati dall'italianissimo motore flex ideato dalla Magneti Marelli del gruppo Fiat, hanno superato come numero di veicoli venduti le tradizionali auto a benzina grazie al risparmio garantito dall'alcool.
Con questa nuova scoperta produrre bioetanolo sarà più semplice e conveniente, tale da prospettare una valida alternativa al consumo sempre più costoso ed inquinante del classico petrolio.
A.L. Mariani
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02/04/11
Pediastrum simplex (Chlorophyceae)
Pediastrum simplex
Photo by greenmarlin
CHLOROPHYCEAE
Le Cloroficee sono più comunemente denominate Alghe verdi e possono essere considerate le più evolute. Sono perlopiù specie di acqua dolce: è comune trovare specie unicellulari mobili o fisse al substrato, coloniali o filamentose. Alcune specie vivono su substrati rocciosi o legnosi, altre sono epifitiche; esistono esempi di simbiosi e parassitismo.
Le Alghe verdi comprendono tutti i livelli di sviluppo strutturale, da quello coccale e tricale, fino a quello talloso. Dal punto di vista fisiologico hanno tanti punti in comune con le piante superiori e ne sono probabilmente i progenitori. I pigmenti tipici di queste alghe sono la clorofilla a e b e diverse xantofille che si trovano anche nelle Spermatofite. A questa classe appartengono specie con parete cellulare costituita da cellulosa e pectina e che possiedono come sostanza di riserva l’amido. Molte Alghe verdi non sono completamente autotrofe e necessitano di alcuni composti organici che non sono in grado di sintetizzare.
Altre caratteristiche tipiche delle cloroficee sono:
- citoplasma ridotto ad un sottile strato delimitante una cavità cellulare occupata da un grande vacuolo;
- uno o più nuclei;
- le Alghe verdi inferiori hanno un solo cloroplasto.
La riproduzione può esser sia vegetativa che sessuale. Per quanto riguarda la riproduzione vegetativa essa avviene per frammentazione in singole cellule o in corti spezzoni che poi ricostituiscono lunghi filamenti. Alcune cellule, gli acineti, hanno una spessa membrana che li protegge dal gelo e dalla siccità. Nella riproduzione sessuale vengono prodotti gameti che si uniscono tra loro.
Lino Mariani
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