A
fine anno scadranno le deroghe per l’ingresso in Area C di alcuni tipi di
veicoli finora esentati: a partire da Febbraio 2017 anche i veicoli a Gpl e a
Metano dovranno pagare il ticket.
Alle
critiche ricevute da alcune associazioni di categoria, e di consumatori il Comune
ha risposto «La nostra è una guerra al traffico prima che allo smog e ormai le
vetture a gpl e metano inquinano tanto quanto i benzina Euro 6».
A
dar ragione a Palazzo Marino sono le recenti ricerche scientifiche svolte
congiuntamente da Arpa Lombardia e dal Politecnico di Milano che evidenziano
come le emissioni complessive di polveri sottili si sono livellate a 26-27
milligrammi a chilometro di Pm10 (e 14-15 di Pm2,5), grazie allo sviluppo
tecnologico dei nuovi motori diesel e benzina ma anche perché provocate in gran
parte dall’usura di freni e gomme.
Stefano
Cernuschi, professore di Ingegneria Ambientale al Politecnico spiega che “La
percezione comune tende a identificare i veicoli a gas come vetture ecologiche
che inquinano meno delle altre vetture. Ma se osserviamo i dati, le emissioni
ormai sono quasi identiche. I veicoli a gas restano più ecologici sul fronte
delle emissioni di CO2 e rispetto ai fenomeni di cambiamento climatico, ma
sull'inquinamento da traffico non ci sono praticamente più differenze”.
Arpa
Lombardia osserva il miglioramento della qualità dell’aria registrato da 15
anni a questa parte nella nostra regione, frutto del concorso di tutte le
azioni e provvedimenti adottati dalle amministrazioni e dell’ammodernamento di
mezzi e tecnologie di veicoli e caldaie. Se fino qualche anno fa vivevamo quasi
6 mesi in condizioni di superamento dei 35 giorni concessi dalla normativa
europea, questo dato sta decisamente migliorando, tant’è vero che è la prima
volta che entriamo nella fase più critica dell’anno, quella che coincide con
l’accensione dei riscaldamenti (15 ottobre-15 aprile), senza ancora aver
superato il 35° giorno. La tecnologia e la scienza ci fanno fare passi avanti,
ma l’evoluzione sarà quella di “ammodernare” il dibattito focalizzando
l’attenzione sul contributo dell’usura di pneumatici e freni nella produzione
delle polveri sottili: se, infatti, il tubo di scappamento di tutti gli autoveicoli
circolanti incide per il 43%, essa influisce per il 57%.
Le
pastiglie dei freni sono composte da polvere di Rame e dal tossico Antimonio, e
proprio questi metalli sono i maggiori imputati delle polveri sottili tanto che
gli stati americani della California e di Washington hanno già legiferato approvando
misure per ridurre ed infine eliminare il rame nei materiali d’attrito (entro
il 2021 il contenuto di rame sarà < 5%, ed entro il 2025 sarà <0,5%),
mentre l’Unione europea sta finanziando diversi progetti innovativi per
sostituire le resine fenoliche delle pastiglie dei freni con materiali a base
cementizia. Tutti i principali produttori del settore hanno già immesso sul
mercato pastiglie ecologiche prive di rame.
Una
buona notizia se si pensa che fino ai primi anni 80, le pastiglie dei freni
erano composte essenzialmente di asbesto, ovvero amianto, e anche a quei tempi
la messa al bando fu fortemente osteggiata dai potenti produttori.
Lino Mariani
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