21/11/11

La fine di un Ecomostro

Ecomostro a Milano                                                                              Photo by greenmarlin
 
L’ecomostro di via Bonfadini-Monluè, l’albergo costruito per i Mondiali di calcio di Italia ‘90, abbandonato da anni e "cartolina di ingresso" della Tangenziale Est Milanese, sarà abbattuto. La Giunta Pisapia ha deciso di proporre al Consiglio comunale la richiesta di Beni Stabili S.p.a. di sanare l’annosa questione di destinazione d’uso delle due Torri Garibaldi avvalendosi del particolare permesso in deroga previsto dal Decreto Sviluppo, versando al Comune tutti gli oneri di urbanizzazione dovuti, ed impegnandosi a cedere definitivamente all’Amministrazione i circa 260mila metri quadrati di aree in località Cascina Grande (zona Monluè), obbligandosi a demolire l’ecomostro dei Mondiali e a ripristinare l’area a verde. “Il provvedimento di oggi è un’importante conquista per Milano – ha dichiarato l’assessore all’Urbanistica Ada Lucia De Cesaris – perché permette il recupero e la riqualificazione di un’area che da tanti, troppi anni, rappresenta uno scempio per la città. È un esempio di come pubblico e privato possano collaborare in modo proficuo, avendo un problema - quello delle Torri - che si trascinava da anni, e che avrebbe visto la continuazione nelle aule giudiziarie: il privato torna a una situazione di certezza, mentre il Comune può acquisire un importante ambito territoriale che potrà finalmente essere valorizzato, in coerenza con le finalità di rivitalizzazione delineate dal Parco agricolo Sud”. “Ringrazio Beni Stabili – ha proseguito l’assessore – perché si è dimostrata particolarmente attenta all’interesse pubblico, nonostante il Pgt avesse riconosciuto, anche grazie all’accoglimento di una loro osservazione, una potenzialità edificatoria all’area dell’ecomostro. Il Comune si impegna sin d’ora a collaborare con il Parco, per far sì che l’area possa rappresentare un nuovo polmone verde per il quartiere e per tutta la città: non più una brutta periferia, ma un grande parco per Milano”. Probabilmente è stata scritta la parola Fine al più eclatante esempio di edilizia incompiuta milanese, un hotel con 300 stanze distribuito su 260 mila metri quadrati avviato con la legge speciale per i Mondiali di Italia ’90. Dopo vent’anni tra passaggi di proprietà e vincoli urbanistici, promesse di politici ed ipotesi fantasiose di trasformazione in caserma militare, poi campo sportivo, poi campus universitario, poi succursale del vicino Ospedale Cardiologico, finalmente gli abitanti del Quartiere che si sono battuti strenuamente per la rimozione dello scempio, ed i Milanesi tutti, avranno la soddisfazione di vivere in una "normale" periferia di una metropoli Europea.

Lino Mariani



 





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