15/12/14

Zona 30, amica dell'ambiente e della sicurezza

La promozione della sicurezza stradale e la riduzione dell’incidentalità richiedono corrette azioni di mobilità sostenibile, in particolare si evidenziano l’utilità  delle zone 30 e delle altre tecniche di moderazione del traffico quali  piste ciclabili, isole pedonali e Ztl, che riducono gli incidenti, favoriscono la mobilità a piedi ed in bicicletta delle persone di tutte le età e concorrono a favorire stili di vita attivi, minor costi sanitari e maggior salubrità ambientale.        
Favorire la mobilità sostenibile permette non solo di ridurre gli incidenti stradali ma anche, diminuire le malattie dell’apparato respiratorio e cardiovascolare generate dalle polveri sottili, disincentivare la sedentarietà soprattutto di bambini e anziani, ed infine diminuire lo stress generato dal comportamento nel traffico; lo stesso Parlamento europeo, con la “Risoluzione sulla sicurezza stradale europea per il 2011-2020 (2010/2235(INI))” del 27/09/2011, al punto 54 tra le azioni primarie “raccomanda vivamente alle autorità competenti di introdurre una velocità massima di 30 km/h per le zone residenziali e per tutte le strade urbane a una sola corsia che non dispongono di pista ciclabile separata, al fine di proteggere meglio gli utenti vulnerabili della strada”.
Una Zona 30 è un’area della rete stradale urbana dove il limite di velocità è di 30 km/h invece dei consueti 50 previsti dal Codice della strada. L’estensione della zona va da un gruppo limitato di strade segnalate dall’apposito cartello di inizio e fine, ad ampie porzioni di aree urbane, fino all’intera città di Graz in Austria e in numerose altre città europee.
Germania ed Olanda sono stati i primi paesi ad introdurre nel 1980 la Zona 30 nelle proprie normative nazionali, seguiti nel 1989 dalla Svizzera, nel 1990 dalla Francia, e nel 1992 dalla Gran Bretagna. In Italia le zone 30 compaiono a livello normativo nel 1995, nelle Direttive per la redazione dei PUT (Piani Urbani del Traffico), e nel 1996 con la revisione del Regolamento di Attuazione del Codice della Strada è stato introdotto il segnale stradale specifico (zone a limitazione di velocità).

La Germania è all’avanguardia nel campo disponendo di oltre 17.000 Zone 30, ed è il paese nel quale dal 70 al 90% della popolazione delle grandi città abita in Zone 30.
Indubbiamente la Zona 30 comporta un aumento della sicurezza stradale perché oltre alla riduzione della velocità sono contestualmente realizzati interventi strutturali, come rallentatori ottici e/o acustici, dossi, rialzi agli incroci, cuscini berlinesi, rotatorie e isole spartitraffico. Riducendo la velocità veicolare dai 50 ai 30 km/h, si ha una diminuzione di oltre la metà dello spazio di arresto ed un aumento del raggio del cono visivo del conducente del veicolo. Le statistiche che si riferiscono a Zone 30 attive informano che il numero di incidenti tra veicoli, tra auto e biciclette e con i pedoni si sono ridotti del 40%, il numero dei feriti del 70% e questi ultimi hanno comunque riscontrato lesioni meno gravi. A Londra, tra il 1986 e il 2006, nelle Zone 20 (20 miglia orarie sono circa 32 km/h) si è registrata una diminuzione del 42% del numero totale di incidenti e del 46% di quelli che hanno provocato morti o feriti gravi. Giova rilevare che un pedone investito da un veicolo che viaggia ad una velocità di 50 km/h ha solo il 30% di probabilità di sopravvivere, mentre se l’impatto avviene ad una velocità di 30 km/h, le probabilità salgono al 90%. 
I vantaggi dell’istituzione di una Zona 30 comprendono anche la riduzione dei consumi e delle emissioni inquinanti: attraverso la diminuzione del numero di fasi di accelerazione e frenata, si riscontra una riduzione del consumo di carburante e delle emissioni di sostanze inquinanti, quali ossidi di carbonio, ossidi di azoto, polveri sottili, Pm 10. A Buxtehude, nell’area metropolitana di Amburgo, una ricerca specifica ha misurato i cambiamenti prima e dopo l’introduzione estesa delle zone 30, rilevando una diminuzione degli Ossidi di Azoto del 30% (NOx responsabili delle piogge acide e smog estivo), un calo del 20% del letale Monossido di Carbonio (CO), ed una diminuzione del 10% dei cancerogeni Idrocarburi. Nel 2012 anche il Politecnico di Madrid ha pubblicato una ricerca specifica sulle Zone 30, verificando uguali valori inferiori di emissioni inquinanti, ed una riduzione del consumo di carburante del 15%.
Inoltre si è notata una diminuzione dell’inquinamento acustico dovuto alla ridotta velocità del traffico, e la contemporanea presenza di barriere fonoassorbenti naturali come siepi e alberi, contribuisce ulteriormente a ridurre il rumore, con indubbi vantaggi paesaggistici.  

Lino Mariani

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14/11/14

Impatto ambientale dei rifiuti abbandonati

Si definisce “rifiuto”, per  la legislazione italiana ed europea , qualsiasi sostanza od oggetto di cui il detentore si disfi, o abbia deciso o abbia l'obbligo di disfarsi (compreso nelle categorie riportate nell'Allegato A alla Parte Quarta del D.Lgs. 152/06). Comunemente chiamiamo rifiuti i materiali e gli oggetti che nella vita di tutti i giorni eliminiamo come ad esempio i rifiuti domestici,  i vecchi giornali, gli imballaggi degli oggetti che acquistiamo, la plastica, le bottiglie e tutti i contenitori “usa e getta” degli alimenti, i rifiuti vegetali  del giardino e delle piante o gli scarti di cucina. Ma i rifiuti vengono prodotti in tutti i luoghi di vita e di lavoro, nelle attività industriali, commerciali, edili, sanitarie, artigianali, e specificatamente classificati dal D.Lgs. 152/06 secondo l’origine in rifiuti urbani e speciali, e secondo le caratteristiche peculiari in rifiuti pericolosi o non pericolosi. Lo stesso decreto disciplina la raccolta differenziata dei rifiuti, delegandone la gestione della separazione delle categorie merceologiche omogenee ai comuni o altri enti preposti, al fine di riciclare i materiali prodotti e garantire il corretto trattamento delle frazioni non recuperabili destinate ai termovalorizzatori o in discarica.
Tuttavia, spesso si verifica l’abbandono intenzionale nell’ambiente di rifiuti dovuto all’incuria e alla maleducazione del singolo (la lattina o i mozziconi di sigarette gettati a terra), oppure a veri atti criminali quando ad essere abbandonati nell’ambiente sono prodotti altamente tossici provenienti dalle attività industriali.

L’impatto ambientale provocato dai rifiuti può interessare il suolo, l’acqua e l’aria e le inevitabili conseguenze della pratica dell’abbandono dei rifiuti sono il gas e la produzione di percolato derivante da processi biologici e fisico-chimici: nel caso dei rifiuti biodegradabili, il percolato risultante inquina il suolo e le falde acquifere, diminuisce il potenziale di ossido-riduzione aumentando la mobilità dei metalli tossici,  mentre le emissioni di gas comprendono prodotti pericolosi come il toluene e il cloruro di metilene, o altamente infiammabili come il metano. I rifiuti solidi come le materie plastiche hanno lunghissimi tempi di decomposizione ma in caso di incendi o piccole esplosioni, rilasciano immediatamente nell’aria i famigerati POPs (Inquinanti organici persistenti), tra cui le diossine e l’esaclorobenzene; i POPs, a causa della loro elevata lipoaffinità, generano bioaccumulo negli organismi e ne sono stati rilevati residui in pesci, animali selvatici, e nei tessuti, nel latte e nel sangue umani, oltre che in campioni alimentari.
Talvolta si riscontrano nelle discariche a cielo aperto, rifiuti pericolosi come i medicinali scaduti, le pile e le batterie scariche, i contenitori di sostanze tossiche o infiammabili, gli oli minerali esausti. Giova precisare che un solo grammo di mercurio (contenuto nelle pile e nei termometri) è sufficiente per inquinare mille litri d’acqua, mentre lo zinco contenuto in una sola pila può rendere non potabili addirittura 30.000 litri d’acqua.
Praticare correttamente la raccolta differenziata non significa solo adempiere ad un dovere civico ma dimostra che la salvaguardia dell’ecosistema porta benefici sanitari a noi stessi, oltre ad incentivare  importanti fattori socio-economici come la riduzione di consumo delle materie prime e dell’energia usata per produrle, riduzione dei costi di produzione, aumento di posti di lavoro nel settore, e non ultimo la tutela paesaggistica.


Lino Mariani

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27/09/14

Il discorso di Leonardo Di Caprio all'ONU.

Il discorso di Leonardo Di Caprio, designato messaggero di pace ONU per il cambiamento climatico, dal segretario generale Ban Ki Moon.



Grazie, Signor Segretario Generale. Eccellenze vostre, signore e signori, e ospiti illustri.
Sono onorato di essere qui oggi, mi rivolgo a voi non da esperto, ma come un cittadino portatore di interesse, una delle 400.000 persone che hanno marciato per le strade di New York domenica, e miliardi di altri in tutto il mondo che vogliono risolvere la crisi climatica.

Come attore "fingo" per vivere. Gioco ad essere personaggi fittizi. Spesso a risolvere problemi fittizi. Credo che l'umanità abbia trattato i cambiamenti climatici nello stesso modo: come se fosse una finzione, succede a qualche altro pianeta, come se fingendo che cambiamenti climatici non fossero veri, in qualche modo se ne vadano. Sappiamo che non e' così. Ogni settimana, vediamo nuovi e innegabili eventi nel clima: la prova che i cambiamenti climatici accelerano, è qui, ora.

Sappiamo che le siccità si stanno intensificando, che i nostri oceani si stanno riscaldando e acidificandosi, con colonne di metano che salgono da sotto il fondo dell'oceano. Stiamo assistendo ad eventi estremi meteorologici, temperature elevate, le calotte dell'Antartide e della Groenlandia si sciolgono a ritmi senza precedenti, con decenni di anticipo rispetto alle previsioni scientifiche. Niente di tutto questo è retorica, niente e' isteria. Sono fatti. La comunità scientifica lo sa, l'industria e i governi lo sanno, anche il corpo miliare degli Stati Uniti lo sa. Il capo del Comando della Marina del Pacifico degli Stati Uniti, l'ammiraglio Samuel Locklear, ha recentemente affermato che i cambiamenti climatici sono la nostra unica, principale minaccia per la sicurezza.

Cari amici, questo gruppo - forse più di ogni altro incontro nella storia umana - deve ora affrontare un compito difficile. Si può fare la storia qui ... o sara' la storia a condannarvi.
Occorre ssere chiari: qui non si tratta solo di dire alla gente di cambiare le lampadine o comprare una macchina ibrida. Questo disastro è cresciuto oltre le scelte che ciascun individuo possa fare. Si tratta delle nostre industrie e dei governi di tutto il mondo che devono prendere azioni decisive, su larga scala. Io non sono uno scienziato, ma non ho bisogno di esserlo. Perche' la comunità scientifica mondiale ha parlato, e ci hanno dato la prognosi: se non agiamo insieme, periremo.
Adesso è il nostro momento di agire. Abbiamo bisogno di mettere un costo sulle emissioni di carbone, ed eliminare i sussidi governativi per il carbone, il gas, e le compagnie petrolifere. Dobbiamo porre fine alla corsa libera di inquinatori e industriali che hanno potuto fare di tutto in nome di una libera economia di mercato. Non meritano i nostri soldi delle tasse, meritano la nostra vigilanza. Perche' l'economia stessa morira' se muore il nostro eco-sistema.

La buona notizia sta nel fatto che l'energia rinnovabile non solo e' una politica economica realizzabile ma buona. Le nuova ricerche mostrano che nel 2050 l'energia pulita e rinnovabile potrebbe fornire il 100% del fabbisogno energetico del mondo, con tecnologie esistenti, creando milioni di posti di lavoro. Questo non è un dibattito di parte, è un dibattito umano. L'aria pulita, l'acqua, un clima vivibile sono diritti umani inalienabili. E risolvere questa crisi non è una questione di politica. E ' il nostro obbligo morale - anche se, certamente, difficile.

Abbiamo solo un pianeta. L'umanità deve diventare responsabile su larga scala per la distruzione della nostra casa collettiva. Proteggere il nostro futuro su questo pianeta dipende dall'evoluzione cosciente della nostra specie. Questo è il più urgente dei tempi, e il più urgente dei messaggi. Onorevoli delegati, i leader del mondo, io fingo per vivere. Ma voi no. I cittadini hanno fatto sentire la loro voce domenica scorsa in tutto il mondo e l'impeto non si fermerà. E ora è il vostro turno, il tempo per rispondere alla grande sfida della nostra esistenza su questo pianeta è adesso. Vi prego di affrontare il problema con coraggio ed onestà.
Grazie.

25/09/14

Contraffazione e abusivismo: perchè nuociono alla salute.

Acquistare prodotti contraffatti, ormai diffusissimi e a prezzi modesti, non è un buon affare perché questi prodotti nascondono problemi di illegalità, sfruttamento del lavoro, e utilizzo di sostanze nocive alla salute. La qualità di un prodotto contraffatto, spesso molto scadente,  non corrisponderà mai al prezzo pagato dal consumatore sia in termini di fattura dello stesso, sia per la mancanza di garanzie di qualità, di assenza di difetti e di garanzie. Inoltre contraffazione ed abusivismo contribuiscono allo sfruttamento della manodopera  clandestina, del lavoro sommerso e del lavoro minorile sottraendo importanti spazi all’economia regolare, alimentando la criminalità organizzata che sfrutta il mercato abusivo per riciclare denaro sporco, e contemporaneamente danneggiando gli imprenditori onesti che pagano le tasse e che producono nel rispetto delle normative ed investono in ricerca, sviluppo, innovazione ed immagine.  Ovviamente l’industria del falso riesce ad evadere l’IVA e a sottrarsi alla normale  tassazione, danneggiando tutti i cittadini in quanto lo Stato dovrà reperire altrove  gli introiti, ovvero le tasse, da destinare al bene comune. 

Particolarmente importante risulta l’aspetto sanitario-salutistico: da numerosi test di laboratorio effettuati in tutto il mondo su una varietà di bigiotteria e gioielleria a basso costo, si sono riscontrati livelli allarmanti di metalli nocivi come Piombo, Nickel, Cadmio, Cromo, Mercurio e Arsenico, leghe metalliche altamente tossiche, ed alogeni come Bromo e Cloro (PVC). I problemi di salute legati a queste sostanze comprendono le allergie acute, difetti genetici nei feti, deficit di apprendimento, tossicità epatica e cancerogenicità.


Secondo molti scienziati e medici, la più grande preoccupazione riguarda la tipica usanza infantile di portare alla bocca gli oggetti, che nel caso della bigiotteria causa il rischio di  asportazione del rivestimento protettivo sottile, esponendo i bambini all’ingerimento di prodotti tossici.

Nella letteratura medico scientifica il Piombo, il Cadmio ed l’Arsenico sono classificati come noti cangerogeni, il Cromo è indicato come mutageno e causa dell’infertilità maschile, il Mercurio è altamente tossico per le reni ed il sistema nervoso centrale e periferico, mentre il Nickel è sospetto cancerogeno e, come il Bromo e tutti gli altri metalli sopra elencati, l’esposizione a quantità eccessive può causare forti reazioni allergiche e gravi dermatiti.


Infine il Cloro, componente fondamentale del cloruro di polivinile (PVC), una delle materie plastiche più diffuse al mondo, è un elemento stabile negli oggetti a temperatura ambiente, ma estremamente pericoloso ad alte temperature o combustione perché la reazione chimica conseguente porta il cloro a liberarsi come acido cloridrico, o come diossina. 


Lino Mariani


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03/09/14

Farmacognosia

La farmacognosia è la disciplina che si occupa del riconoscimento e della descrizione dei farmaci naturali o droghe, come enunciato da Daniel Bovet  Farmacologo e Nobel per la medicina nel 1957, e si sviluppa inizialmente identificando la morfologia della droga e della pianta, e successivamente descrivendo la stessa droga e i principi attivi in essa contenuti. Scientificamente la droga è espressa come un prodotto complesso di origine vegetale o animale, conservato allo stato secco, ed usato a scopo terapeutico come tale o sotto forma di prodotti di estrazione grezza in grado di formare farmaci specifici.
La Farmacognosia è sostanzialmente un settore della farmacologia a carattere multidisciplinare che riunisce le conoscenze di botanica farmaceutica, farmacologia, fitochimica, studiando in particolare i miglioramenti nella coltivazione delle piante medicinali, nuovi principi identificati nelle droghe, la valutazione dell’attività terapeutica delle droghe e la preparazione di forme farmaceutiche a partire dalle droghe.
A causa del loro potenziale psicotropo, alcune droghe sono usate non per uso medico-terapeutico ma come stupefacenti, a scopo cosiddetto ricreativo in grado di alterare l’attività mentale. La legge italiana classifica illegali le sostanze psicotrope incluse in apposite tabelle dalla legge n° 685 del 22/12/1975, tuttavia i principi attivi di questi stupefacenti continuano a fornire sostanze idonee all’uso terapeutico-farmacologico.

La droga ricavata dall’Assenzio è costituita dalle foglie e dalle infiorescenze della Artemisia absinthium e viene usata come antielmintico, antibatterico, antipiretico, e nella produzione di liquori; la sua tossicità è derivata dal thujone, sostanza convulsivante (ad alte dosi), con potere allucinogeno e assuefativo.
La canapa indiana (Cannabis sativa varietà indica), è una pianta originaria dell’Asia centrale nota sia per le fibre che da essa si ottengono, sia per la resina che presenta un effetto stimolante sul Sistema Nervoso Centrale. La droga è costituita dalle infiorescenze disseccate femminili che prendono il nome di marijuana e dal materiale resinoso secreto da innumerevoli ghiandole presenti in tutta la pianta noto come hashish, dal colore scuro e dall’odore caratteristico. Tre principali cannabinoidi sono stati ricavati dalla cannabis: cannabidiolo (CBD), cannabinolo (CBN) e Δ9-tetraidrocannabinolo (THC). L’hashish risulta essere più potente della marjuana avendo un contenuto 5-10 volte maggiore di THC, il cannabinoide farmacologicamente più potente, responsabile delle proprietà allucinogene della droga. L’impiego terapeutico è previsto come antiemetico: nabilone e dronabinolo sintetizzati dal  THC, vengono impiegati per il trattamento del vomito indotto da farmaci antitumorali e anti-Aids; è nota anche la sua utilità nel trattamento del dolore e della spasticità muscolare.

Attualmente sono stati pubblicati studi clinici in cui si dimostra la capacità antitumorale del THC nel modello animale.

Lino Mariani


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22/05/14

Sicurezza Alimentare - Food Safety



La sicurezza alimentare è una disciplina scientifica che analizza la manipolazione, preparazione e conservazione degli alimenti in modo da prevenire potenziali patologie ed evitare gravi rischi per la salute pubblica. In particolare si analizzano le origini dei prodotti alimentari comprese le pratiche relative alla etichettatura dei prodotti stessi, l’igiene, gli additivi alimentari e i residui di pesticidi, così come le politiche in materia di biotecnologia e le linee guida per la gestione del governo di import-export, nonché l’ispezione e certificazione di sistemi per alimenti nei paesi d’origine.
Il cibo può trasmettere svariate malattie da persona a persona, nonché fungere da terreno di coltura per batteri che possono causare intossicazioni alimentari . Nei paesi sviluppati esistono norme complesse per la preparazione del cibo, mentre nei paesi meno sviluppati il problema principale è semplicemente la disponibilità di acqua potabile sicura. Teoricamente l’intossicazione alimentare è prevenibile al 100%.
I cinque principi fondamentali di igiene alimentare, secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità sono: - Evitare di contaminare il cibo con agenti patogeni diffusi da persone, animali e parassiti.
 -Separare i cibi crudi e cotti per evitare di contaminare i cibi cotti.
 -Cuocere gli alimenti per il tempo necessario e alla temperatura appropriata, per uccidere gli agenti patogeni.
-  Conservare i cibi alla temperatura adatta.
- Utilizzare acqua potabile e cibi cotti.

L’ EFSA  (Autorità europea per la sicurezza alimentare),  è un'agenzia europea indipendente finanziata dal bilancio dell'UE, preposta alla valutazione dei rischi relativi alla sicurezza di alimenti e mangimi animali che, collaborando e consultando le singole autorità nazionali, fornisce consulenza scientifica indipendente per definire l’attività legislativa e le politiche europee e per consentire alla Commissione europea, al Parlamento europeo e agli Stati membri dell’UE di assumere decisioni utili nella gestione del rischio esistente e futuro. La consulenza scientifica fornita dall’EFSA è alla base del sistema europeo di sicurezza alimentare. Grazie a questo sistema, i consumatori europei sono tra i più protetti e meglio informati al mondo per quanto riguarda i rischi associati alla catena alimentare. La sede dell’EFSA è a Parma e in Italia, da sempre all’avanguardia nell’approfondimento delle tematiche alimentari, si metteranno in mostra  i progressi culturali, scientifici e tecnici con l’arrivo di Expo Milano 2015.

Recentemente è stato presentato a Milano per l’iniziativa Safety for Food, un progetto di una piattaforma tecnologica che ha come obiettivo primario la realizzazione di una “banca dati mondiale” dei prodotti agroalimentari, che consenta  agli enti preposti ed in ultima analisi anche ai consumatori di ottenere una completa tracciabilità delle produzioni, secondo regole e standard internazionali in materia di sicurezza, qualità e origine degli alimenti. L’obiettivo di questo vero e proprio passaporto digitale della sicurezza alimentare,  è la creazione di una Carta Costituzionale dell’agroalimentare da proporre al mondo in occasione di Expo Milano 2015

Lino Mariani

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24/04/14

Cyber criminali




La criminalità informatica è una forma emergente di criminalità transnazionale.
 La natura complessa del crimine come quella che si svolge nel regno senza confini del cyberspazio è aggravata dal crescente coinvolgimento di gruppi criminali organizzati.  In tutto il mondo, le società danno sempre più risalto alle informazioni di identificazione delle persone, informazioni che, memorizzate come dati, vengono utilizzate per marketing, operazioni bancarie, lo shopping, i viaggi e l’assistenza sociale.
L’informatizzazione dei settori pubblico e privato al contempo, rende più vulnerabile la sicurezza di tali settori, esponendoli  a  reati come la frode identitaria, che genera profitti significativi per i criminali, con un impatto di vasta portata non solo sulle economie e commercio on-line, ma anche sulle persone. Le informazioni  estorte illecitamente, sono state usate anche per riciclare il denaro, e consentire varie attività illecite incluse la tratta di esseri umani, il traffico di migranti e il terrorismo. 
Negli ultimi tempi hanno avuto molto risalto nelle cronache dei media e nell’opinione pubblica, dei nuovi gravi fenomeni associati al web ed all’universo giovanile come il cyberbullismo, e neknomination. Web, smartphone, tablet e i social network in particolare, forniscono un palco virtuale agli adolescenti, necessario per questo tipo di esibizioni, catalizzando e diffondendo il fenomeno, creando tendenza e contagio.
La "NekNomination", originaria dell’Australia, è un gioco in cui i partecipanti si danno coraggio a vicenda per effettuare acrobazie fisiche dopo aver bevuto grandi quantità di alcool, esponendosi a rischi elevatissimi.
Da recenti studi effettuati negli Stati Uniti, le vittime adolescenti di cyberbullismo, definito come uso dei telefoni cellulari o di internet per inviare messaggi offensivi e molesti, hanno maggiori probabilità di sviluppare i sintomi della depressione, abuso di sostanze illecite e dipendenza da internet; in modo antitetico, gli adolescenti che sono depressi o che abusano di droghe sono spesso bersaglio di cyber-bulli.
Ingiurie e messaggi molesti, voci, foto e video inappropriati o falsi possono essere facilmente e frequentemente pubblicati in forma anonima nei messaggi di testo e-mail o sui siti di social networking, inoltre i messaggi dei cyber-bulli sono spesso difficili da rintracciare ed eliminare dalla rete.
Gli studi hanno evidenziato che la maggior parte degli adolescenti al giorno d’oggi, vivono la loro vita su internet, mentre i genitori sottovalutano quanto spesso il loro figlio è vittima o autore di cyberbullismo, esposto a immagini sessuali, o avvicinato da sconosciuti online. La disparità tra questi comportamenti e la percezione di un genitore del comportamento aumenta quando il genitore adotta uno stile permissivo della propria genitorialità.
I genitori possono adottare misure dirette ad aiutare a proteggere i propri figli online, impegnandosi in conversazioni circa la sicurezza in internet, e spostando il computer in un luogo pubblico all'interno della casa. Il miglior passo è quello di aprire una linea di comunicazione diretta e partecipativa con i propri figli, così i genitori possono aumentare la consapevolezza del loro comportamento online.

Lino Mariani


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29/03/14

Zaffiro di mare

Photo by Stefan Siebert



Lo "Zaffiro di mare" (Sapphirinadae) è una strana, bellissima creatura. E’ un Copepode, minuscolo crostaceo alla base della catena alimentare oceanica, con delle particolarità straordinarie: varie specie di maschio Sapphirina brillano con diverse tonalità iridescenti, dal dorato al blu profondo.

Questa peculiarità è dovuta agli strati microscopici di lastre di cristallo all'interno delle loro cellule epidermiche del tegumento dorsale, che sono separate da distanze infinitesimali, e queste distanze hanno la stessa lunghezza d'onda del colore corrispondente del loro "brillare".
Inoltre è capace di rendersi invisibile ad intermittenza, come probabile rituale di accoppiamento.

A differenza di molte altre specie di copepodi che migrano dagli abissi in senso verticale, le colonie di copepodi Sapphirinidae rimangono vicino alla superficie durante il giorno, e sono state avvistate nella loro straordinaria bellezza, nelle acque africane ed americane, rendendo le acque del mare “ brillanti come diamanti che cadono dal cielo”.




Nadia Sordi



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08/01/14

Celiachia, OGM ed Expo 2015



Il Glutine è una lipoproteina (proteina che trasporta lipidi), presente nei cereali quali frumento, farro, segale, kamut e orzo, e come base del seitan è un ottimo sostitutivo della carne nelle diete vegetariane. La sua digestione intestinale è la causa però, nei soggetti predisposti geneticamente, della tristemente nota malattia autoimmune dell’intestino chiamata Celiachia.

Molti fattori quali parto cesareo, durata dell’allattamento al seno, alterazione della flora intestinale, eccessivo consumo di frumento, vengono reputati come responsabili della malattia, ma non possono completamente spiegare il drastico aumento di sensibilità al glutine riscontrata negli ultimi decenni.

Ora si punta il dito sulla introduzione alimentare dai primi anni ’90 degli  OGM (Organismi Geneticamente Modificati). Gli OGM sono creati in laboratorio, tramite tecniche di ingegneria genetica, da un processo che trasferisce il materiale genetico nel DNA di un organismo. Ci sono nove prodotti geneticamente modificati attualmente sul mercato: soia, mais, cotone (olio), colza (olio), lo zucchero dalla barbabietola da zucchero, zucchine, zucca gialla, papaya hawaiana, ed erba medica. Il frumento o grano, non è uno di questi, anche se è stato ibridato attraverso tecniche di allevamento naturali.

La maggior parte delle colture OGM sono progettate per tollerare un diserbante della Monsanto chiamato Roundup ® , il cui principio attivo è il glifosato, diserbante sistemico fitotossico per tutte le piante. Queste colture accumulano elevati livelli di glifosato che si trasferiscono nel cibo.
Inoltre varietà di mais e cotone sono progettati per produrre un insetticida naturale chiamato Bt-tossina. La Bt-tossina è prodotta in ogni cellula del mais geneticamente modificato e finisce in chips di mais, tortillas di mais e altri ingredienti derivati ​​dal mais. Recenti ricerche scientifiche americane pubblicate dall’Institute for Responsible Technology  evidenziano che la Bt-tossina, il glifosato, ed altri componenti di OGM, influenzano meccanismi fisiologici che possono sia causare che aggravare i disturbi correlati al glutine. 

In sostanza, mangiando cibi geneticamente modificati e artificiali ingeriamo anche sostanze chimiche destinate ad uccidere i parassiti e funghi. Non sorprenderebbe che queste sostanze come il glifosato e tossina Bt, oltre a fare quello per cui sono state progettate, attaccano la nostra flora intestinale, gli enzimi digestivi, e il sistema immunitario.In Europa vige l’obbligo di etichettare gli OGM negli alimenti (escluso fino ad un limite del 0,9% di presenza accidentale), ma l’Italia non è un paese OGM Free, perché la gran parte dei mangimi utilizzati negli allevamenti italiani, circa il 92%, proviene da soia e mais geneticamente modificati importati da Stati Uniti, Canada e America Latina, che non necessitano dell'obbligo di tracciabilità.

Alla luce di tutto ciò Expo2015, l’Esposizione Universale che si svolgerà a Milano tra il 1º maggio e il 31 ottobre 2015, e che avrà come tema Nutrire il pianeta, energia per la vita, analizzerà tutto ciò che riguarda l'alimentazione, dal problema della mancanza di cibo per alcune zone del mondo a quello dell'educazione alimentare, fino alle tematiche legate agli OGM, e potrà dare una risposta definitiva a quest’ultima questione, nel rispetto del diritto ad una alimentazione sana, sicura e sufficiente per tutto il pianeta.      

Lino Mariani


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