La promozione
della sicurezza stradale e la riduzione dell’incidentalità richiedono corrette azioni
di mobilità sostenibile, in particolare si evidenziano l’utilità delle zone 30 e delle altre tecniche di
moderazione del traffico quali piste
ciclabili, isole pedonali e Ztl, che riducono gli incidenti, favoriscono la
mobilità a piedi ed in bicicletta delle persone di tutte le età e concorrono a
favorire stili di vita attivi, minor costi sanitari e maggior salubrità
ambientale.
Favorire la
mobilità sostenibile permette non solo di ridurre gli incidenti stradali ma
anche, diminuire le malattie dell’apparato respiratorio e cardiovascolare
generate dalle polveri sottili, disincentivare la sedentarietà soprattutto di
bambini e anziani, ed infine diminuire lo stress generato dal comportamento nel
traffico; lo stesso Parlamento europeo, con la “Risoluzione sulla sicurezza
stradale europea per il 2011-2020 (2010/2235(INI))” del 27/09/2011, al punto 54
tra le azioni primarie “raccomanda vivamente alle autorità competenti di
introdurre una velocità massima di 30 km/h per le zone residenziali e per tutte
le strade urbane a una sola corsia che non dispongono di pista ciclabile
separata, al fine di proteggere meglio gli utenti vulnerabili della strada”.
Una Zona 30 è
un’area della rete stradale urbana dove il limite di velocità è di 30 km/h
invece dei consueti 50 previsti dal Codice della strada. L’estensione della
zona va da un gruppo limitato di strade segnalate dall’apposito cartello di inizio
e fine, ad ampie porzioni di aree urbane, fino all’intera città di Graz in
Austria e in numerose altre città europee.
Germania ed
Olanda sono stati i primi paesi ad introdurre nel 1980 la Zona 30 nelle proprie
normative nazionali, seguiti nel 1989 dalla Svizzera, nel 1990 dalla Francia, e
nel 1992 dalla Gran Bretagna. In Italia le zone 30 compaiono a livello
normativo nel 1995, nelle Direttive per la redazione dei PUT (Piani Urbani del
Traffico), e nel 1996 con la revisione del Regolamento di Attuazione del Codice
della Strada è stato introdotto il segnale stradale specifico (zone a
limitazione di velocità).
La Germania è
all’avanguardia nel campo disponendo di oltre 17.000 Zone 30, ed è il paese nel
quale dal 70 al 90% della popolazione delle grandi città abita in Zone 30.
Indubbiamente
la Zona 30 comporta un aumento della sicurezza stradale perché oltre alla
riduzione della velocità sono contestualmente realizzati interventi
strutturali, come rallentatori ottici e/o acustici, dossi, rialzi agli incroci,
cuscini berlinesi, rotatorie e isole spartitraffico. Riducendo la velocità
veicolare dai 50 ai 30 km/h, si ha una diminuzione di oltre la metà dello
spazio di arresto ed un aumento del raggio del cono visivo del conducente del
veicolo. Le statistiche che si riferiscono a Zone 30 attive informano che il
numero di incidenti tra veicoli, tra auto e biciclette e con i pedoni si sono
ridotti del 40%, il numero dei feriti del 70% e questi ultimi hanno comunque
riscontrato lesioni meno gravi. A Londra, tra il 1986 e il 2006, nelle Zone 20
(20 miglia orarie sono circa 32 km/h) si è registrata una diminuzione del 42%
del numero totale di incidenti e del 46% di quelli che hanno provocato morti o
feriti gravi. Giova rilevare che un pedone investito da un veicolo che viaggia
ad una velocità di 50 km/h ha solo il 30% di probabilità di sopravvivere,
mentre se l’impatto avviene ad una velocità di 30 km/h, le probabilità salgono
al 90%.
I vantaggi
dell’istituzione di una Zona 30 comprendono anche la riduzione dei consumi e
delle emissioni inquinanti: attraverso la diminuzione del numero di fasi di
accelerazione e frenata, si riscontra una riduzione del consumo di carburante e
delle emissioni di sostanze inquinanti, quali ossidi di carbonio, ossidi di
azoto, polveri sottili, Pm 10. A Buxtehude, nell’area metropolitana di Amburgo,
una ricerca specifica ha misurato i cambiamenti prima e dopo l’introduzione
estesa delle zone 30, rilevando una diminuzione degli Ossidi di Azoto del 30%
(NOx responsabili delle piogge acide e smog estivo), un calo del 20% del letale
Monossido di Carbonio (CO), ed una diminuzione del 10% dei cancerogeni
Idrocarburi. Nel 2012 anche il Politecnico di Madrid ha pubblicato una ricerca
specifica sulle Zone 30, verificando uguali valori inferiori di emissioni
inquinanti, ed una riduzione del consumo di carburante del 15%.
Inoltre si è
notata una diminuzione dell’inquinamento acustico dovuto alla ridotta velocità
del traffico, e la contemporanea presenza di barriere fonoassorbenti naturali
come siepi e alberi, contribuisce ulteriormente a ridurre il rumore, con
indubbi vantaggi paesaggistici.
Lino Mariani
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