La XXI Conferenza delle
Parti (COP 21) della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui
cambiamenti climatici (UNFCCC) si è tenuta a Parigi, dal 30
novembre al 12 dicembre del 2015.
La conferenza si è conclusa con l'accordo di Parigi
approvato da ben 196 nazioni, un’intesa sul graduale contenimento dei gas
serra con cui è stata previsto il contenimento del riscaldamento globale a
meno di 2 gradi Celsius (° C), ed in prospettiva futura a 1,5° C, tra
il 2030 ed il 2050. L'accordo prevede inoltre un impatto antropico netto
pari a zero emissioni di gas serra, da raggiungere durante la seconda metà
del 21° secolo.
L'accordo diventerà giuridicamente vincolante, se 55 paesi
che insieme rappresentano almeno il 55 per cento delle emissioni globali di gas
serra, approveranno il patto . Le parti dovranno firmare l'accordo a
New York tra il 22 aprile 2016 al 21 aprile 2017, e anche adottarlo all'interno
dei propri sistemi giuridici (attraverso la ratifica, accettazione,
approvazione o adesione).
Nonostante le dichiarazioni entusiastiche di molti capi di
governo, il patto adottato risulta essere insufficiente da quanto sperato da
molte associazioni ambientaliste, Ong, scienziati ed anche economisti, pur essendo
stato riconosciuto da tutti l’evento, come un accordo storico per
l’obiettivo ambizioso e per l’individuazione delle conseguenze dei drammatici cambiamenti
climatici derivati dal riscaldamento globale; infatti la conferenza di Parigi ha
espresso per la prima volta nella storia, un’intesa tra 196 paesi responsabili
collettivamente di oltre il 90% delle emissioni di gas serra e considerando
che il famoso protocollo di Kyoto (COP3), fu firmato da pochi paesi
rappresentanti appena il 12% delle emissioni nocive, appare evidente
l’importanza storica del momento di svolta politica internazionale.
“Questo accordo mette
l’industria dei carburanti fossili dal lato sbagliato della storia. Molto in
questo testo è stato diluito ed epurato dalle persone che saccheggiano il
nostro pianeta, ma contiene il nuovo imperativo di limitare l’aumento della
temperatura a 1,5°C”, ha dichiarato Kumi Naidoo, direttore esecutivo
di Greenpeace.
Lino Mariani
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