L’attività specialistica e quotidiana svolta sul territorio
milanese dal personale di Polizia Locale di Milano del S.I.O. (Servizio Informativo Operativo) Ambiente, ed in particolare le
informazioni riguardanti le operazioni di rilievo attinenti le illegalità RAEE
(Rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche), hanno apportato un
prezioso e qualificato contributo al progetto di un nuovo programma nell’ambito
del contrasto ai reati ambientali avviato dall’UNICRI, l’Istituto
Internazionale delle Nazioni Unite per la Ricerca sul Crimine e la Giustizia.
Tale progetto denominato CWIT (Contrasto al commercio
illegale di rifiuti RAEE), coordinato dall’Interpol e finanziato dalla Commissione
Europea, attraverso la raccolta di dati ed informazioni è finalizzato ad
analizzare il coinvolgimento della criminalità organizzata nella distribuzione
globale dei RAEE, l’entità e le
tipologie di crimini connessi, la stima del vero volume dei RAEE prodotti e gli
importi impropriamente smaltiti, con l’intento di sviluppare una maggiore ed
adeguata conoscenza delle destinazioni e degli itinerari utilizzati per
trasportare illegalmente rifiuti.
L’ UNICRI considera la criminalità ambientale, compreso i
suoi legami con altre forme di criminalità, un pericolo grave e crescente per
lo sviluppo, la stabilità globale e la sicurezza internazionale.
I reati ambientali comprendono una vasta lista di attività
illecite, dal commercio illecito di rifiuti pericolosi al commercio illegale di
fauna selvatica, dal contrabbando di sostanze dannose per l'ozono (ODS), alla
pesca illegale, non regolamentata e non dichiarata, e al disboscamento
illegale e il commercio di legname. I crimini ambientali influenzano sempre
di più la qualità dell'aria, dell'acqua e del suolo, minacciando la
sopravvivenza delle specie e causando disastri incontrollabili.
Il coinvolgimento di gruppi criminali organizzati che
operano attraverso le frontiere è uno dei tanti fattori che hanno favorito la
notevole espansione dei reati ambientali negli ultimi anni. Grazie ai
vasti profitti finanziari, il basso rischio di essere scoperti e le scarse
percentuali di condanna, le reti criminali e gruppi criminali organizzati
stanno diventando sempre più interessati a tali attività transnazionali
illegali.
Questi fenomeni alimentano la corruzione e il riciclaggio di denaro sporco, e minano lo stato di diritto, che in ultima analisi colpisce il pubblico due volte: prima mettendo a rischio la salute e la sicurezza dei cittadini, e in secondo luogo, deviando risorse economiche ed umane che altrimenti sarebbero assegnate a servizi diversi dalla criminalità.
Questi fenomeni alimentano la corruzione e il riciclaggio di denaro sporco, e minano lo stato di diritto, che in ultima analisi colpisce il pubblico due volte: prima mettendo a rischio la salute e la sicurezza dei cittadini, e in secondo luogo, deviando risorse economiche ed umane che altrimenti sarebbero assegnate a servizi diversi dalla criminalità.
Occorre inoltre considerare che il livello di organizzazione necessaria per questi crimini indica un collegamento con altri reati gravi, compreso il furto,
la frode, la corruzione, la droga e la tratta di esseri umani, la
contraffazione, le armi da fuoco il contrabbando e riciclaggio di denaro, molti
dei quali sono stati comprovati da indagini. I reati ambientali
rappresentano quindi oggi, una forma emergente della criminalità organizzata
transnazionale che richiede più approfondita analisi e risposte meglio coordinate
a livello nazionale e internazionale.
La Polizia Locale di Milano ed in particolare il personale
in forza al S.I.O. Ambiente, hanno collaborato attivamente al progetto CWIT,
producendo una dettagliata relazione confluita nel “Final summary report”,
presentato ufficialmente alla conferenza finale svoltasi a Lione il 25/26
giugno scorso dal Direttore Generale della Commissione Europea Ambiente.
La partecipazione al progetto CWIT 2015 dell’Unità Tutela Ambiente della Polizia Locale di Milano, ha consentito di far conoscere e apprezzare anche a livello internazionale le specifiche competenze e l’alta professionalità di tutti gli operatori sul fronte della lotta ai fenomeni criminali ambientali. Nel corso del 2013/2014 l’Unità Tutela Ambiente, solo relativamente ai rifiuti RAEE (Rifiuti Apparecchiature Elettriche Elettroniche), ha controllato 57 località del territorio milanese interessate al fenomeno, 81 le verifiche e 20 gli ausili tecnici, per un volume di 1600 mc di RAEE, oltre a 30 tonnellate di accumulatori al piombo esausti. Le indagini conseguenti hanno portato alla denuncia all’Autorità giudiziaria di 12 persone.
Lino Mariani
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